La tribù dei bruchi neri

Una storia per bambini scritta da Cinzia Anselmo, una storia che racconta di una tribù ma… non di una qualsiasi tribù perché stiamo parlando della tribù dei bruchi neri!
Puoi stampare la favola, illustrata con un disegno da colorare, scorrendo la pagina verso il basso e cliccando sull’immagine dove segnato: si aprirà una seconda finestra, con la favola pronta per essere scaricata e/o direttamente stampata.

La tribù dei bruchi neri viveva in un piccolo bosco pieno di alberi e fiori profumati. I bruchi erano tutti molto simpatici ed amavano fare scherzi e divertirsi. Erano sempre di buon umore e cercavano di vivere in allegria, e se qualcuno di loro era triste, gli altri cercavano di rallegrarlo o aiutarlo nelle difficoltà. Insomma, erano una vera squadra!
Un giorno, un immenso sciame di calabroni, si stanziò su un albero vicino al loro villaggio, e il re decise di andare personalmente a dare il benvenuto ai nuovi arrivati in modo da mantenere la calma e la pace.
Impaurito ma convinto della decisione presa, indossò l’alta uniforme e si diresse verso l’alveare in costruzione. “Buongiorno, sono Sir Bing, re dei bruchi neri, vi do il benvenuto da parte di tutto il mio popolo” e porse loro uno scrigno contenente ottimo miele. “Buongiorno a voi, io sono capitan Ron, comandante dell’esercito reale, vi ringrazio per il vostro cordiale benvenuto e contraccambio attaccando il vostro villaggio!”. Ad un suo cenno, infatti, una nuvola di calabroni volò sul villaggio saccheggiando ogni abitazione, ed in breve tempo, i bruchi neri si ritrovarono al loro servizio.
“Forza lavorate, inutili vermi” diceva il calabrone capitan Ron, mentre osservava tutti i bruchi portare quotidianamente il cibo trovato nelle dispense dell’alveare.
I bruchi, stanchi e sofferenti, erano sempre tristi ed avevano perso l’allegria, così Sir Bing decise di riunire in segreto il suo popolo.

Tutti erano talmente impauriti da non riuscire a trovare una soluzione.  Pensa e ripensa, ma nulla! Nessuno aveva un’idea interessante! Ad un certo punto un giovane bruco chiese la parola: “miei cari amici, sottopongo alla vostra attenzione una mia idea un po’ bizzarra: ho pensato di chiedere aiuto al serpente nero che ogni anno fa visita al nostro villaggio”; tutti si guardarono attoniti pensando che il giovane fosse diventato matto. “Ora vi spiego, faremo uno scherzo: da domani inizieremo a parlare ad alta voce di questo serpente nero attirando l’attenzione dei calabroni. Parleremo di quanto sia cattivo ed affamato. Quando avremo suscitato l’interesse e risvegliato la paura nei calabroni, ognuno di noi abbraccerà un altro bruco fino all’ombelico in modo da formare un lungo serpente nero che si dirigerà verso l’alveare per mangiare tutti i calabroni”. L’idea fu accolta con entusiasmo e, vista la loro natura burlona, fu facile raccontare ai calabroni storie su questo cattivissimo serpente e sulla sua crudeltà.
Anche capitan Ron rimase colpito dai racconti sul serpente nero, tanto che rafforzò il numero delle sentinelle dell’alveare.
Ma una notte, il silenzio delle tenebre fu rotto dalle urla dei bruchi che chiedevano aiuto, poi dopo alcuni minuti di totale caos, non si sentì più nulla, solo uno strisciare freddo e sempre più intenso di… di un serpente! Le sentinelle diedero subito l’allarme, ma quel serpente si stava avvicinando sempre più velocemente e, quando capitan Ron lo vide, ordinò la ritirata.
In un attimo uno sciame immenso coprì la luna e si allontanò velocemente nella notte.
I bruchi burloni avevano realizzato un piano perfetto ed ora ridevano a crepapelle per essere riusciti a liberarsi definitivamente di quei calabroni creduloni!
E da quel giorno la tribù dei bruchi neri capì che l’intelligenza e l’astuzia prevalgono sempre sulla forza sciocca e pretenziosa!

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