Il linguaggio usato nei documenti diventa più facile

Il ministero per la pubblica amministrazione (l’ufficio che si occupa del buon funzionamento dello Stato) si è accordato con l’Accademia della Crusca (associazione culturale che studia il buon italiano) per semplificare il linguaggio dei documenti ufficiali.

Quando vai in Comune o chiedi un’informazione, le risposte sono incomprensibili (poco chiare) perché[ppw id=”125865722″ description=”marzo 2020″ price=”0″] viene usato un linguaggio “burocratese”, la lingua del burocrate cioè colui che è impiegato in un ufficio. Questi termini “burocratesi” possono creare qualche difficoltà tra i cittadini e gli impiegati dello Stato.

Per esempio leggendo “in calce” si potrebbe pensare all’uso del cemento invece vuol dire “in fondo al documento”; oppure trovando scritto “ripetere una somma” molti pensano che bisogna pagare un’altra volta mentre il significato corretto è: “i soldi vengono restituiti”.

Per quale motivo si usa “orario antimeridiano” quando è più semplice dire “di mattina”? Anche la comunicazione con le faccine non sempre è chiara: le faccine sorridenti sono facili per tutti, ci sono, invece, altre figure che non sono comprensibili per chi le vede per la prima volta.

Perché si usano?

Chi prepara i documenti dello Stato ha studiato legge e usa le parole specifiche della materia. Non è sbagliato ma quando si comunica con i cittadini è meglio usare parole più semplici, anche se meno precise e uguali tra loro in modo tale da essere riconosciute da tutti.

Stefania Fanucci 

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