La verità sulle bugie: parte seconda

Come abbiamo visto nell’esempio di Marta il bambino fino all’età di quattro cinque anni non distingue la finzione dalla realtà e crede sempre a ciò che dice, è come si usa dire “ in buona fede”.

Crescendo la bugia ha un altro significato e un ragazzo la utilizza quanto più sente di dover essere e fare quello che i suoi genitori desiderano senza deluderli, altrimenti teme di non essere più amato e di essere punito.

Vediamo assieme l’esempio di Luca, un ragazzo di diciassette che frequenta il secondo anno di liceo scientifico. L’insegnante di lettere sospetta che i compiti portati a casa non vengano mostrati ai  genitori ma vengano firmati da Luca stesso. Per tale motivo convoca la madre di Luca a scuola.

Al colloquio questa conferma i sospetti dell’insegnante: lei non ha mai visto  i compiti, chiaramente insufficienti;  Luca ha falsificato la sua firma.

E’ ovvio ed  è sano che la prima reazione di un genitore in una situazione di questo tipo è quella di arrabbiarsi e di sentirsi deluso. Pensiamo subito che nostro figlio potrebbe uscire di meno, stare meno sul computer, impegnarsi di più etc.

Tuttavia se  poi facciamo uno sforzo e pensiamo al bisogno che ha avuto di nasconderci la verità e quando torniamo a casa invece di attaccarlo e criticarlo proviamo a dire: “Capisco Luca quanto sei rimasto deluso vedendo questa serie di voti negativi e allora nasconderli a mamma e
papà ti è sembrato una soluzione, ma ora prova a dirmi come ti senti quando prendi un brutto voto.. Ti senti un cretino, un incapace. Proviamo a vedere assieme che non è questa la verità, perché tu non sei un  incapace ne un cretino ma forse fai fatica  a seguire le lezioni, hai delle lacune e quindi la comprensione è un po’ rallentata. Dai ! Che dici ? Affrontiamo assieme questi problemi e vedrai, forza che li risolviamo!”.

Questo modo di parlare ai nostri figli li aiuta a cambiare l’idea che hanno di noi e cioè di genitori severi e intransigenti. A capire che li accettiamo e li amiamo anche con le loro difficoltàquesto permette  loro di volersi bene anche quando non sono così perfetti, accettando questo riescono anche a parlare agli altri e a mostrarsi per quello che sono e non per quello che vorrebbe essere, ad affrontare i problemi con il nostro aiuto e non a nasconderli  ma. Magari, a risolverli.

Cari genitori un abbraccio e buon lavoro.

D.ssa Filomena Palladino
Medico Psichiatra – Psicanalista 

Potete scrivere alla d.ssa Palladino all’indirizzo [email protected]

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La verità sulle bugie: parte prima
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