Mamuthones maschera sarda

Mamuthones sono maschere tipiche del carnevale di Mamoiada in Sardegna, assieme agli Issohadores. Le due figure si diversificano per i vestiti e per il modo di muoversi all’interno della processione: i Mamuthones procedono affaticati e in silenzio mentre gli Issohadores vestono in modo colorato e movimentato.
L’origine dei mamuthones resta ancora oggi discussa e controversa. Da una parte sembra che manchino fonti scritte che testimonino la presenza dei Mamuthones in tempi lontani anche se la trasmissione di usi e costumi in Sardegna è prevalentemente orale. Sembra però che i Mamuthones sfilassero già nel XIX secolo mentre altre fonti sostengono che risalgano all’età nuragica come gesto di venerazione per gli animali, per proteggersi dagli spiriti maligni e per chiedere un raccoloto propizio. Alcuni studiosi sostengono un legame con riti dionisiaci, altri negano questo collegamento, e la includono invece fra i riti che segnano il passaggio delle stagioni.
La maschera facciale del mamuthone (visera) è nera e di legno (quella dell’issohadore è bianca). Si lega al viso con cinghiette in cuoio ed è contornata da un fazzoletto di foggia femminile. Il corpo del mamuthone viene coperto da pelli di pecora nera (mastruca), mentre sulla schiena è sistemata una serie di campanacci (carriga). Le maschere vengono prodotte con vari tipi di legno successivamente annerito. Oltre al fico viene impiegato l’ontano e l’olmo; qualcuna è in castagno o in noce, mentre anticamente le si produceva in pero selvatico.

La parola Mamuthone potrebbe derivare da “Melaneimones”, facce nere, attributo dato dai sardi ai fenici. Scindendo la parola in mam, muth e ones in greco il significato sarebbe “uomini che chiamano la pioggia”.
I Mamuthones sfilano al carnevale di Mamoiada, uno degli eventi più celebri del folclore sardo e fanno la loro apparizione in occasione della festa di Sant’Antonio tra il 16 e il 17 gennaio, poi la domenica di carnevale e il martedì grasso.