Cattiva igiene orale nei bambini: conseguenze e soluzioni

Una corretta igiene orale è fondamentale fin dalla più tenera età allo scopo di prevenire le varie problematiche che possono derivare da una cattiva o comunque approssimativa cura di denti e bocca. È quindi cruciale che i genitori abituino i loro figli a tutte quelle manovre d’igiene che consentono di mantenere sana la loro dentatura.

I primi dentini spuntano verso i 6 mesi e quindi l’igiene orale fin verso i 3 anni è ovviamente demandata in toto ai genitori, mentre dai 3 anni in su si può cominciare a dare al piccolo una certa autonomia, anche se sempre sotto la supervisione degli adulti.

Ciò premesso, è interessante capire cosa può succedere se l’igiene orale del bambino viene trascurata; di seguito quindi si analizzano brevemente le conseguenze più comuni e le rispettive soluzioni.

Il problema carie

Le carie nei bambini sono purtroppo un problema molto diffuso; secondo i dati forniti dalla Società Italiana di Odontoiatria Infantile, le carie dentali causano una compromissione della salute del cavo orale nel 3% dei bambini con meno di 2 anni, nel 6% dei bambini sotto i 3 anni, nel 22% dei bambini di 4 anni e nel 44% dei bambini dai 10 anni in su.

La carie nei bambini tende a svilupparsi in modo molto rapido. Inizialmente può essere asintomatica (vale a dire che non dà segno di sé), ma se tale patologia viene trascurata aumenta la colonizzazione batterica e di conseguenza la distruzione delle strutture dentarie portando la comparsa di segni e sintomi come sensibilità al caldo e al freddo, sensibilità agli stimoli chimici provocati da acidi e zuccheri, alitosi (alito cattivo).

Nei casi più severi i batteri cariogeni possono arrivare a colonizzare la polpa dentale, dove sono presenti nervi e vasi sanguigni, provocando stimoli dolorosi di grave entità localizzati a tutta la emiarcata dove è presente l’elemento dentale affetto da carie, tale condizione viene definita con il nome di pulpite dentale.

Nei casi più avanzati la carie è visibile come una macchia scura o chiara. Nei casi più severi la pulpite può portare alla formazione di ascessi dentali o paradontali, poiché la colonizzazione batterica e anche l’aggressività del sistema immunitario del soggetto affetto dalla patologia, possono portare alla distruzione del tessuto osseo che circonda il dente, causando la mobilità e pertanto la caduta di quest’ultimo per perdita delle strutture di supporto.

Per evitare tutto questo è quindi fondamentale la prevenzione (uso corretto di spazzolino, dentifricio, filo interdentale, scovolino e collutorio). Iniziare i controlli periodici dal proprio dentista di fiducia già dai 3-4 anni in modo che il professionista possa valutare il rischio soggettivo di carie; ad esempio bambini i cui molari definitivi hanno una conformazione anatomica con solchi profondi e quindi più facilmente soggetti a colonizzazione cariosa, verranno trattati con la tecnica della sigillatura dei solchi, che consiste nell’applicazione di materiale apposito nei solchi per elevarli e renderli più facili da pulire.

Nel caso in cui l’elemento dentale subisca la colonizzazione dei batteri cariogenici (quelli che generano la carie) sarà necessario recarsi dal proprio dentista, che eliminerà il tessuto del dente danneggiato e lo sostituirà con un materiale apposito con le caratteristiche fisiche simili allo smalto e la dentina. Nel caso in cui non si sia svolto tale trattamento e i batteri siano arrivati alla polpa dentale l’approccio terapeutico cambia completamente, infatti sarà necessario trattare l’elemento dentale endodonticamente (devitalizzazione) asportandone nervi e vasi, ricostruendo l’elemento e indebolendolo notevolmente, tanto da dover necessitare la fabbricazione di una corona dentale per evitare la sua frattura. I costi e il danno biologico tra le varie fasi evolutive della carie sono notevolmente differenti, favorendo una situazione iniziale rispetto a una tardiva.

La gengivite infantile

La gengivite nei bambini è di norma causata dalla presenza della placca batterica, che si forma a causa di una cattiva igiene orale che non rimuove i batteri presenti nel cavo orale. La proliferazione dei batteri provoca nel tempo lo scollamento della gengiva e lo stato infiammatorio che caratterizza la patologia.

I sintomi principali delle gengive infiammate sono arrossamento, sanguinamento e sensibilità dentale; altri segni e sintomi che possono manifestarsi sono l’alitosi, il dolore, il calore della parte interessata, la recessione gengivale e, nei casi più gravi, mobilità dentale.
La prevenzione passa ovviamente da un’igiene orale quotidiana corretta (uso dello spazzolino e del dentifricio, del filo interdentale e dello scovolino). Sono poi utili gli sciacqui con un collutorio, eventualmente diluito in acqua. È essenziale recarsi a controllo dal proprio dentista prima delle prime manifestazioni della patologia, in quanto la maggior parte delle malattie parodontali ha una forte componente genetica e lo specialista saprà riconoscerle e iniziare tempestivamente il trattamento preventivo.
Una volta che la patologia è insorta è consigliabile una visita dal dentista pediatrico di fiducia. Utile sarà l’utilizzo di appositi gel gengivali che riducono il dolore e migliorano lo stato infiammatorio.
Di norma sono consigliati anche sciacqui con un collutorio a base di clorexidina o di cloruro di cetilpiridinio. A seconda dei casi il medico potrebbe suggerire anche il ricorso a farmaci antibiotici.

La parodontite nei bambini

La parodontite è una seria patologia infiammatoria di origine batterica; la provocano, infatti, i batteri presenti nella placca o nel tartaro e interessa i tessuti parodontali, quelli che circondano il dente, inoltre nello sviluppo della patologia gioca un ruolo fondamentale il sistema immunitario dell’ospite che nell’attacco ai batteri potrebbe nuocere alle strutture di supporto dentali (legamento, gengiva, mucose, osso).
È una malattia che colpisce soprattutto i soggetti in età adulta a partire dai 35 anni, anche se la maggior parte delle persone colpite è over 65.
Anche i bambini però, seppur molto meno frequentemente, possono essere colpiti da parodontite. Molto spesso si tratta di una forma piuttosto aggressiva che tende a progredire in modo piuttosto rapido. L’esordio può manifestarsi a partire dai 4 anni di età.
La malattia è caratterizzata da sanguinamento gengivale – il segno clinico più evidente – e da altre manifestazioni quali alito cattivo (alitosi), rossore e gonfiore delle gengive e mobilità dentaria. Non è una patologia che deve essere sottovalutata perché può portare alla perdita di elementi dentali.
La parodontite nei bambini necessita di un intervento professionale; il consiglio è quello di consultare un dentista specializzato in odontoiatria pediatrica.
Fra i rimedi di norma messi in atto c’è la detartrasi, un intervento che consiste nella rimozione del tartaro e della placca batterica. Nelle fasi evolutive i trattamenti elettivi sono il curettage (levigatura radicolare) che si effettua con curette (strumenti dotati di lame e di forme specifiche che consentono di seguire il percorso della radice dentale dentro l’osso alveolare) che elimina la placca batterica accumulata in profondità e adesa alla radice dentale e la terapia laser assistita, dove l’effetto della fototerapia del laser aumenta l’efficacia delle proprietà disinfettanti dell’acqua ossigenata e facilita la biostimolazione del legamento e della gengiva dentale. In determinati casi può essere indicato l’uso di antibiotici.
La prevenzione consiste, come nel caso delle altre malattie dentarie, in una quotidiana e corretta igiene dentale che riduce drasticamente i rischi di andare incontro alle più comuni patologie dentarie pediatriche.
In tutto questo, è necessario ribadirlo, hanno un ruolo fondamentale i genitori che devono abituare il piccolo all’igiene dei denti dopo ogni pasto e, comunque, almeno tre volte al giorno.

Quando portare i bambini dal dentista la prima volta?

In linea di massima, se non si riscontrano problematiche dentarie evidenti, la prima visita dal dentista dovrebbe essere fatta verso i 3 anni di età, quando l’alimentazione inizia a cambiare e diventa anche più ricca di zuccheri.
Un approccio precoce alla figura dell’odontoiatra pediatrico è importante anche a livello psicologico perché riduce il rischio della paura del dentista.
Recarsi da questa figura soltanto quando c’è un problema evidente, con l’eventualità che il bambino avverta dolore, non fa altro che aumentare il timore del piccolo verso questa importante figura professionale. È invece importante far capire al bimbo l’importanza delle visite periodiche quando si è in pieno stato di salute in quanto, come abbiamo visto, la reazione dolorosa avviene quando la patologia cariosa è in fase avanzata, richiedendo tecniche molto più invasive e più dispendiose per la sua risoluzione.

Dott. Mario Romeo
Specializzato in odontoiatria e Protesi Dentale