Reperti d’Egitto senza segreti

I ricercatori dell’università di Pisa (Toscana) sono riusciti a studiare cosa contenevano i vasi e le anfore aprirli né danneggiarli. I vasetti di alabastro e le anfore di terracotta sono ancora sigillati, così come furono lasciati nella tomba dell’[ppw id=”125865722″ description=”aprile 2022″ price=”0″]architetto Kha e di sua moglie vissuti in Egitto circa 3.500 anni fa.  

Come si fa a sapere cosa contenevano?

Grazie alla tecnologia, i ricercatori hanno utilizzato uno spettrometro cioè un macchinario, usato anche dai medici, che serve per analizzare il profumo degli oli e delle resine mischiati alla c’era d’api. Nella prima fase ciotole, vasi e anfore sono stati chiusi in sacchetti in modo da concentrare il più possibile le molecole cioè gli odori nell’aria; successivamente con lo spettrometro sono state aspirate le sostanze contenute nei sacchetti e analizzate. Per i risultati ci vorranno un po’ di giorni.


LE PAROLE DIFFICILI:
anfore:
grosso vaso a due manici, dalla forma allungata e dal collo stretto. 
alabastro: roccia biancastra.
terracotta: materiale ottenuto dalla cottura di argille.
sigillati: chiusi.
resine: sostanza naturale prodotta dai pini e dagli abeti.

Stefania Fanucci

[/ppw]

per sapere