I migranti: perché lasciare il proprio paese?

Secondo il regolamento di Dublino, entrato in vigore il 1° gennaio 2014, per ogni migrante che lascia il proprio Paese per trovare una vita migliore, l’identificazione (chi sei?) deve essere fatta nel primo paese dell’unione Europea (alleanza politica o economica tra vari paesi) in cui mette piede, di solito in Italia o in Grecia. Questo vuol dire che[ppw id=”125865722″ description=”giugno 2018″ price=”0″] il Paese che accoglie e offre protezione ai migranti deve essere il Paese che garantisce (promette e mantiene), anche, buone condizioni per vivere. Il regolamento, però, così applicato non viene accettato da tutti i Paesi dell’unione Europea.

PERCHE’ QUESTO REGOLAMENTO NON VIENE ACCETTATO DA TUTTI I PAESI?
Perché una persona migrante che arriva in Italia, Spagna, Grecia ed Ungheria, che sono alcune delle porte d’ingresso, deve essere riconosciuta dalla polizia locale e questo comporta un lavoro maggiore rispetto a tutti gli altri Paesi. Per questo motivo si sono creati, nel corso del tempo, alcune tensioni tra i Paesi europei.

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CHI SONO I MIGRANTI?
Sono delle persone, uomini, donne e bambini che si trasferiscono in un luogo diverso da quello di origine. A causa della povertà o della guerra sono costretti ogni giorno a lasciare la loro terra e ripartire da zero in Paesi dove per loro tutto è nuovo, a cominciare dalla lingua. Attraversano il mare Mediterraneo, anche, in condizioni pericolose, su barche spesso vecchie e poco sicure spendendo tanti soldi.

E POI?
Arrivati nel Paese i migranti vengono accolti nei centri di accoglienza, identificati (riconosciuti), sfamati e curati. L’immigrazione è sempre esistita ma ci sono pareri diversi su come inserirli in un Paese nuovo. Per alcuni è una fortuna conoscere realtà e altri popoli, per altri si tratta di un impegno che il nostro Paese fa fatica a gestire.

  • Lo sai che gli alunni stranieri nelle scuole italiane sono aumentati di circa sette volte negli ultimi dieci anni?
  • E tra i bambini stranieri inseriti nelle scuole italiane si contano 191 nazionalità differenti?
  • Lo sai che la presenza di questi bambini stranieri nella tua classe può essere un arricchimento reciproco?

Stefania Fanucci 

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