Bambini che lavorano

HandwerkerNel mondo ci sono milioni di bambini che, invece di giocare e studiare, sono costretti a lavorare. La causa principale dello sfruttamento minorile è la povertà che costringe le famiglie a far lavorare i propri figli per guadagnare denaro. Si tratta quasi sempre di lavori duri e pericolosi per la salute dei bambini.

CHE COS’E’ IL LAVORO MINORILE?
E’ considerato lavoro minorile quello che[ppw id=”125865722″ description=”novembre 2017″ price=”0″] impegna il bambino a tempo pieno, gli impedisce di frequentare la scuola, gli amici e di giocare e non va bene per la loro crescita fisica e mentale.
Questo fenomeno è molto diffuso anche nei Paesi sviluppati ma i dati più preoccupanti sono nei Paesi del sud del mondo, cioè in Asia, in Africa e nell’America Latina.

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COSA FANNO I BAMBINI?
I bambini lavorano nei campi, fanno i tappeti o i vestiti costretti a stare seduti per ore, lavorano nelle cave di minerali o pietre preziose oppure vanno in giro come piccoli ambulanti cioè vendono i prodotti per strada. A parte lo sforzo fisico e i rischi a cui va incontro, ogni bambino ha diritto ad essere bambino e vivere la sua età.

COME SI PUO’ RISOLVERE QUESTO PROBLEMA?
Nonostante il lavoro minorile sia vietato dalla legge, è molto difficile eliminarlo. Alcune organizzazioni che difendono i bambini raccolgono denaro per combattere lo sfruttamento, per garantire ai minori la possibilità di andare a scuola e poter giocare e invitano le persone a non comprare prodotti fatti dai piccoli.

Anche in Italia esiste il lavoro affidato a piccoli operai. A volte lavorano dall’alba al tramonto e qualcuno anche di notte.

Lo sai che in Pakistan o in India un bambino lavora anche 12 ore al giorno per produrre a mano palloni da calcio, da rugby o scarpe da ginnastica?

In Brasile, molti bambini passano la notte a raccogliere nei rifiuti le bottiglie, le lattine, i cartoni e i barattoli che poi rivendono per guadagnare qualcosa.

A Lima (Perù) i bambini lavorano come spaccapietre nelle cave; sono poveri e non hanno finito neanche due anni di scuola!

In Bolivia (Sudamerica) i bambini fanno un lavoro “quasi normale”: diventano bigliettai cioè strappano i biglietti oppure aiutano gli autisti nell’autobus. Sono costretti ad alzarsi alle cinque del mattino e riescono dopo il loro turno di lavoro ad andare a scuola. La maggior parte di questi bambini mette via i soldi per poter continuare a studiare o per comprarsi i vestiti e le scarpe. Alcuni aiutano i genitori a pagare le bollette.

In Tanzania (Africa) ci sono molte macchine e i bambini guadagnano dei soldi pulendo i vetri.

Spesso non è solo la povertà a costringere i bambini a lavorare e ad essere sfruttati. Nei conflitti armati (le guerre), per esempio, vengono impegnati più di 300.000 fra bambini e ragazzi sotto i 18 anni. Sono i bambini soldato che combattono e vengono puniti per gli errori commessi. Quando sono piccoli per tenere un fucile in mano, i bambini sono sfruttati in modo diverso: trasportano materiale da un accampamento all’altro, cibo, acqua e informazioni. Alcuni sono costretti a spazzare le strade davanti ai mezzi di trasporto.

Ogni anno l’UNICEF (Organizzazione che aiuta l’infanzia), che lavora in 161 Paesi del mondo, porta gli aiuti dove è necessario: fornisce cibo, acqua potabile, vaccini e medicine .


LE PAROLE DIFFICILI
sfruttamento: approfittarsi.
minorile: dei minori, cioè bambini che non hanno raggiunto i diciotto anni.
a tempo pieno: tutto il giorno.
cave: luogo da cui si estraggono materiali.


Stefania Fanucci 

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