Come prevenire i disturbi alimentari nei bambini: l’importanza dell’educazione alimentare fin dall’infanzia

Alimentarsi in modo corretto è fondamentale per garantire al proprio corpo il giusto apporto di nutrienti e di calorie, aiutandolo a mantenersi in salute e in forma. Il cibo, nella nostra società, non riveste però solo questo ruolo, ma tende a legarsi a sentimenti ed emozioni, fungendo talora da strumento di comunicazione di stati d’animo o da canale di sfogo.

Momenti di difficoltà possono spingere ad assumere comportamenti alimentari errati che, in taluni casi, possono trasformarsi in veri e propri disturbi alimentari. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) non interessano solo adolescenti e adulti, ma anche i bambini; proprio per questo motivo è importante prestare attenzione a tanti piccoli errori che potrebbero favorirne la comparsa.

Oltre a questo, un buon percorso di educazione alimentare intrapreso fin dalla più tenera età può aiutare a ridurre il rischio che tali problemi si presentino in una fase di vita successiva, migliorando il rapporto del soggetto in crescita con il cibo e aiutandolo a comprendere l’importanza che riveste una sana alimentazione.

  • Educazione alimentare nei bambini: creare un rapporto positivo con il cibo

Il processo di apprendimento nel bambino segue diverse fasi e deve essere coordinato dalle sue figure di riferimento in modo tale che non si creino contraddizioni e che non provochino disagi.

Tra i tanti percorsi che è necessario intraprendere per aiutare i più piccoli a diventare adulti equilibrati e dotati di una buona autostima, rientra l’educazione alla corretta alimentazione, la quale non può prescindere dalla costruzione di un buon rapporto con il cibo.

Sebbene possa sembrare un processo semplice, non sempre lo è, in quanto entrano in gioco molti fattori, a partire dal rifiuto dei piccoli nei confronti di determinati gusti. È per questo motivo che una buona educazione alimentare non può limitarsi all’aspetto informativo, ma deve tenere conto anche e, nel caso dei più piccoli, soprattutto, di quello emotivo e psicologico.

  • Assaggiare tutto, nelle giuste porzioni

Il primo passo da compiere per aiutare i bambini a costruire un rapporto positivo con il cibo e a prevenire lo sviluppo di problemi alimentari consiste nel far provare loro alimenti differenti, abituandoli ai diversi gusti e incuriosendoli attraverso la sperimentazione.

Per superare i normali rifiuti, anziché costringere attraverso minacce o accettare senza fare nulla, si può ricorrere a diverse modalità di cottura o di preparazione, abbinando alimenti graditi a quelli meno apprezzati o che generano diffidenza, così da favorirne l’assunzione e la scoperta.

Per quanto riguarda i bambini un po’ più grandicelli, il modo migliore per aiutarli ad accostarsi agli alimenti meno apprezzati consiste nel coinvolgerli durante la preparazione dei pasti oppure, se si dispone di un piccolo orto o si ha sufficiente spazio sul balcone, nella coltivazione di frutta e verdura, unendo così il lato ludico a quello educativo.

Naturalmente, ogni alimento deve essere fornito nella giusta quantità, senza mai esagerare, così da ridurre il rischio di sovrappeso e obesità.

  • Dare il buon esempio

Tutti gli sforzi fatti per aiutare i più piccoli a instaurare un buon rapporto con il cibo risulterebbero vani se gli adulti di riferimento non dessero il buon esempio.

Una buona educazione alimentare deve dunque essere messa in atto da persone che, a loro volta, riescono a dimostrare di avere un buon rapporto con il cibo e sanno alimentarsi in modo corretto.

Mostrare ai propri figli o ai bambini dei quali ci si occupa come ci si alimenta, evitando di costringerli a mangiare pietanze che noi stessi rifiutiamo, può favorire lo sviluppo di un buon rapporto con i vari alimenti e ridurre il rischio che il cibo faccia scaturire ansie e paure e venga accostato a ricordi o sensazioni negative che, con il tempo, potrebbero dare vita a varie problematiche.

  • Non etichettare i vari alimenti come giusti o sbagliati

Altro aspetto da non sottovalutare consiste nello spingere il bambino a interpretare alcuni alimenti come estremamente dannosi oppure, all’opposto, a viverli come delle agognate ricompense.

Stabilire il giusto equilibrio a livello alimentare significa non attribuire nessun sentimento estremo ai cibi, ma piuttosto imparare quali alimenti possono essere assunti con maggiore frequenza e quali invece richiedono un consumo ridotto al fine di mantenere il corpo in perfetta salute.

Meglio dunque evitare sia di premiare i bambini con cioccolatini o dolci di vario genere, sia di eliminarli del tutto dalla loro alimentazione.

  • No all’ossessione per la forma fisica

L’alimentazione è strettamente correlata alla salute e alla forma fisica, e un interesse eccessivo nei confronti del fisico perfetto può indurre i più piccoli a sviluppare idee sbagliate o negative nei confronti del cibo.

Per evitare che questo avvenga, è importante non criticare o giudicare un bambino troppo magro o troppo grasso, così da evitare di causare in lui problemi di autostima, ma aiutarlo un po’ alla volta a imparare ad alimentarsi in modo corretto, abbinando all’alimentazione un esercizio fisico adeguato.

Anche in questo caso, un ruolo primario è svolto dalle figure di riferimento, le quali sono chiamate, ancora una volta, a dare il buon esempio.

  • Vivere con serenità e allegria i momenti dei pasti

Durante i pasti principali, è preferibile bandire dalla tavola tutte le situazioni negative, i litigi, le critiche e i giudizi, nonché la fretta, così da renderli momenti piacevoli e appaganti, i quali aiutino i bambini ad associarli a sentimenti positivi.

Il momento del pasto in famiglia o a scuola dovrebbe trasformarsi in un’occasione per socializzare e parlare, vivendo attimi di serenità.

  • Educazione alimentare nell’infanzia: quando iniziare

L’educazione alimentare dei bambini deve iniziare il prima possibile, in quanto ogni scelta e ogni gesto compiuto dagli adulti accudenti può avere ripercussioni sulla psiche del bambino e sul modo in cui interpreta il mondo.

Sono soprattutto i primi dieci anni di vita a svolgere un ruolo essenziale in questo senso; sebbene l’educazione alla corretta alimentazione possa continuare anche negli anni successivi, il periodo dell’infanzia risulta cruciale e può portare alla creazione di sovrastrutture psicologiche successivamente difficili da rimuovere e in grado di dare origine, nel corso del tempo, a diversi tipi di problemi del comportamento alimentare, compresi quelli più seri.

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