La maschera calabrese Giangurgolo è una delle figure più vivaci e riconoscibili del Carnevale calabrese. Collegata alla Commedia dell’Arte, questa maschera di Carnevale calabrese unisce tradizione, teatro popolare e tanta comicità: per questo piace moltissimo a bambini, genitori, insegnanti ed educatori che cercano spunti culturali e creativi da portare in classe o a casa.
In questa guida scoprirai chi è giangurgolo, perché la sua storia è così interessante e come trasformare la giangurgolo maschera in un’attività educativa adatta alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria, con idee pratiche, suggerimenti pedagogici e piccole proposte di laboratorio.
Chi è Giangurgolo, la maschera calabrese del Carnevale
Giangurgolo è una maschera tradizionale del Carnevale calabrese e una delle figure legate alla Commedia dell’Arte. Il suo nome, secondo diverse interpretazioni popolari, deriverebbe da “Gian” (ricondotto a zanni, ovvero scherzi e furbizia nel parlato locale) e da “gurgolo”, che significa bocca larga. In altre parole: “Gianni Boccalarga”, un personaggio chiacchierone, esagerato e spesso ingordo.
La maschera calabrese di Giangurgolo è un signorotto sfacciato, ruffiano e… bugiardo: uno spaccone sempliciotto, vanitoso e molto goloso. È forte con i deboli e debole con i forti, e questa contraddizione è uno dei motori comici principali del personaggio. Con le donne si mostra adulatore in modo “barocco”, si finge erudito e racconta bugie così grandi da convincere prima di tutto se stesso.
Il suo aspetto fisico è parte della gag: il naso enorme lo rende buffo, poco attraente e spesso oggetto di risate. Ma nel teatro e nel Carnevale, ciò che nella vita reale potrebbe essere un difetto diventa una risorsa: la giangurgolo maschera serve proprio a far ridere, a sgonfiare la vanità e a mettere in scena i comportamenti “esagerati” per imparare a riconoscerli.
Come è vestito Giangurgolo: costume e dettagli
Il costume di giangurgolo è ricco di elementi scenografici e colori vivaci, perfetti anche per un laboratorio di arte e immagine. Ecco come si presenta, secondo la descrizione tradizionale della maschera di Carnevale calabrese:
- Colletto arricciato alla spagnola, simbolo di ostentazione e vanità
- Corpetto a righe gialle e rosse, molto riconoscibile
- Cinturone con spada, per sottolineare la sua finta audacia
- Pantaloni alla marinara, sempre a righe gialle e rosse
- Calze bianche (oppure gialle e rosse)
- Cappello a forma di cono, elemento distintivo della maschera
Questi dettagli rendono la maschera calabrese Giangurgolo ideale per attività manuali: si possono ricreare le righe con collage di carta colorata, oppure progettare un cappello a cono con cartoncino e punti metallici, adattando la difficoltà all’età dei bambini.
La storia della maschera calabrese Giangurgolo
L’origine della maschera calabrese Giangurgolo non è del tutto certa, ma alcune fonti letterarie sulle sue rappresentazioni indicano un passaggio importante da Napoli. Esiste infatti una notizia del 1618 che cita un attore, Natale Consalvo, che lavorava a Napoli nelle vesti di Capitan Giangurgolo. Questa informazione suggerisce un legame con il teatro dell’epoca e con l’ambiente della Commedia dell’Arte, in cui le maschere viaggiavano, si trasformavano e si arricchivano di caratteristiche locali.
Secondo la tradizione, la maschera sarebbe nata a partire da una persona realmente esistita a Catanzaro. Per molti studiosi, però, il punto centrale è la funzione satirica: Giangurgolo nasce per mettere in ridicolo i dominatori, caricaturando quei “boriosi” bravi soltanto con le chiacchiere, dediti alla gola, arroganti, millantatori e codardi. In particolare, la maschera calabrese avrebbe preso di mira l’atteggiamento tracotante di alcuni ufficiali spagnoli presenti nel Meridione, trasformando la paura e il potere in risata collettiva.
Questa dimensione è preziosa anche oggi: attraverso giangurgolo si può parlare con i bambini di differenza tra parole e azioni, di rispetto, di onestà e di come l’umiltà sia una qualità importante. Il Carnevale diventa così non solo festa, ma anche occasione educativa.
Idee pedagogiche: usare Giangurgolo a scuola e in famiglia
La giangurgolo maschera può diventare un progetto interdisciplinare, perfetto per la scuola dell’infanzia e primaria. Ecco alcune idee semplici e coinvolgenti:
1) Laboratorio creativo: crea la maschera
- Disegna e ritaglia un volto su cartoncino.
- Aggiungi il naso enorme con un cono di carta arrotolata.
- Colora con righe gialle e rosse per richiamare il costume tradizionale.
- Completa con un elastico o un bastoncino per tenerla in mano.
2) Teatro in classe: piccole scenette
Proponi ai bambini una breve improvvisazione: giangurgolo si vanta di un’impresa “impossibile”, ma poi scopre che dire la verità è più coraggioso. È un modo delicato per lavorare su emozioni, responsabilità e relazione con gli altri.
3) Educazione civica ed emotiva
Partendo dalla maschera di Carnevale calabrese, si può discutere in modo semplice di:
- differenza tra vantarsi e avere autostima;
- importanza dell’onestà;
- rispetto dei più deboli;
- uso dell’ironia senza prendere in giro in modo offensivo.
Link interni: altre idee per Carnevale e tradizioni
Se stai preparando un percorso sul Carnevale, puoi affiancare la maschera calabrese Giangurgolo ad altre attività:
- Maschere tradizionali italiane da colorare
- Maschere di Carnevale per bambini
- Poesie di Carnevale per la scuola primaria
Call to action: porta Giangurgolo nella tua classe
Prova anche tu! Scegli un pomeriggio di laboratorio e costruisci con i bambini una maschera calabrese Giangurgolo: tra colori, risate e piccole scenette teatrali, la tradizione diventa un’esperienza viva. Se ti va, salva questo articolo tra i preferiti e condividilo con colleghi e genitori: il Carnevale calabrese è ancora più bello quando si scopre insieme.
Conoscere giangurgolo significa entrare in contatto con una parte importante della nostra cultura: una maschera calabrese che, tra ironia e teatro, continua a insegnare che l’apparenza può ingannare… e che una risata intelligente può far crescere.
o nel nostro Meridione.
























































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