A caccia col Nonno

La caccia è un hobby non quotidiano e si pratica nei mesi invernali.

Ad alcune persone può sembrare una cosa brutta quella di uccidere animali, ma la caccia è un’arte che nessuno conosce veramente.
Nella caccia al colombaccio che è un piccione selvatico, ad esempio la parte più bella è osservare quando il piccione addestrato attira lo stormo per poi farlo avvicinare agli accampamenti. Mio nonno mi ha insegnato ad aspettare e ad osservare dal rifugio in montagna, l’arrivo degli uccelli giusti. E’ un’arte di pazienza.
Un’altra cosa bella che si può gustare nelle ore di attesa che arrivi la preda giusta, è l’arrivo dell’alba con tutti i suoi colori splendidi, però per vederla ci si deve svegliare molto presto, almeno verso le 5:00 e per me certe volte è faticoso alzarsi, perché sono stanco e vorrei rimanere a letto.

La cosa che mi piace molto è quando il nonno decide di portare il cane agli accampamenti allora rimango incantato a guardare come riesce a trovare il colombaccio e a riportarlo.
Il fuoco che arde, il panorama, il venticello che muove le foglie, la colazione, gli alberi autunnali molto colorati rendono l’atmosfera piacevole.
Ci sono molte piante presenti nei boschi autunnali di Amandola, dove vado a caccia con il nonno: il castagno e a tempo di castagne andiamo anche a fare la raccolta, un vero spasso. Il legno del castagno al suo interno ha una sostanza chiamata acido formico che lo fa scoppiettare, quando lo metti ad ardere sul fuoco.
C’è poi il faggio che si riconosce perché è alto, ha un grande fusto e larghe foglie, poi c’è la quercia, sotto ci puoi trovare sempre una grande quantità di ghiande; è una pianta antica e ha dei rami splendidi.

Aspetto sempre con ansia il fine settimana, quando dalla città mi sposto con la mia famiglia fino a raggiungere casa dei nonni, in montagna. I miei nonni mi hanno insegnato moltissime cose e voglio loro un mondo di bene.