Baby gang: la forza dei deboli

baby gangIn poco più di due mesi, undici minori, tra Napoli e provincia (Campania), sono finiti in ospedale perché vittime di baby gang. Un fenomeno che non riguarda solo Napoli: nello stesso periodo violenze simili ci sono state a[ppw id=”125865722″ description=”febbraio 2018″ price=”0″] Torino (Piemonte), Milano (Lombardia), Roma(Lazio), Empoli (Toscana), Bari (Puglia), Potenza (Basilicata) e Agrigento (Sicilia).

COSA SONO LE BAY GANG?
Sono bande di ragazzini che, nei quartieri più difficili delle città, aggrediscono i loro coetanei alcune volte per rubare, in altre occasioni basta una spinta, una risata “esagerata”, uno sguardo di provocazione per far scattare le botte o addirittura i coltelli.

PERCHE’ SUCCEDE QUESTO?
Perché questi ragazzini sono spesso soli, non hanno avuto a fianco né le famiglie e vanno poco a scuola. In alcuni casi agiscono perché si annoiano o perché emulano i personaggi della televisione o per sentirsi invincibili.

Un altro fenomeno di violenza tra i ragazzini sono le paranze cioè gruppi di minori che agiscono per conto della camorra (la camorra è un’organizzazione criminale italiana originaria di Napoli che esercita vari tipi di attività contro la legge come ad esempio traffico di droga o di armi , sequestri , uccisioni etc.). Le paranze girano in moto nei quartieri dei clan avversari, sparando in aria o contro le case dei nemici. E purtroppo non poche volte colpiscono anche chi non c’entra niente. Lo scopo è fare soldi facili e veloci.

COSA SI PUO’ FARE?
Alcune regioni italiane, come ad esempio la Campania, hanno iniziato dei corsi di formazione per i ragazzi dai 14 ai 18 anni di età: molti sono tornati a studiare. Il governo ha messo, poi, a disposizione dei soldi per pagare dei maestri che insegnino a questi ragazzini un mestiere per toglierli dalla strada e per farli sentire meno soli.


LE PAROLE DIFFICILI
minori: ragazzini che hanno meno di 18 anni.
coetanei: che hanno la stessa età.
emulano: seguono l’esempio di qualcuno.
invincibili: che vincono sempre.
mestiere: un lavoro.


Stefania Fanucci 

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