Il vaccino fa il tris

Non c’è due senza tre! Lo si ripete spesso e succederà anche questa volta: da quest’autunno e per tutto l’anno del 2022, tutte le persone che hanno ricevuto le due dosi del vaccino anti-Covid (virus) dovranno sottoporsi alla terza dose.
Per primo toccherà alle persone più fragili, poi agli anziani e [ppw id=”125865722″ description=”ottobre 2021″ price=”0″]agli ospiti delle case di cura e, nel mese di febbraio, sarà la volta dei medici e degli infermieri. A seguire tutti gli altri secondo le età e con un sistema simile a quello della scorsa primavera.

Perché è necessaria la terza dose?

Non bastavano due dosi che la maggioranza degli italiani ha già ricevuto?
No, perché il virus riesce a modificarsi con le cosiddette “varianti” e quindi per migliorare le difese del nostro organismo e poter aumentare la nostra capacità di resistere (copertura immunitaria ) è necessario fare un richiamo del vaccino. In questo modo la protezione si allungherà anche nel tempo, almeno per un altro anno: il green pass non “passa”, ma diventa ancora più “verde”.

L’iniezione non è per tutti

Il vaccino non è uguale per tutti. Mentre in Italia ci prepariamo alla terza dose, in gran parte del mondo non è stata distribuita nemmeno la prima. Nei paesi più poveri, infatti, solo una persona su 100 o poco più ha potuto ricevere almeno la prima iniezione.

Cosa si può fare?

Importanti associazioni internazionali si stanno impegnando per vaccinare gli abitanti dei paesi più poveri organizzando il trasporto dei vaccini e i costi delle dosi.


LE PAROLE DIFFICILI:
organismo: corpo.
green pass: passaporto della salute.

Stefania Fanucci


[/ppw]

per sapere

Immagine creata da freepik – it.freepik.com