I soccorsi in mare aperto

Sono molte le associazione e le organizzazioni che mettono a disposizione delle navi per salvare i migranti, uomini, donne e bambini che fuggono dai loro paesi dove c’è la guerra e la povertà per cercare una vita diversa. Queste navi sono nel mar Mediterraneo e portano i soccorsi a coloro che sono in pericolo facendoli sbarcare a Lampedusa (Sicilia) in disaccordo (no accordo) con il governo italiano.
La comandante della[ppw id=”125865722″ description=”luglio 2019″ price=”0″] SeaWatch 3 Carola Rachete è diventata famosa in tutta Europa per aver deciso di portare in salvo decine di migranti a Lampedusa, contro il parere del governo italiano. La sua nave lunga 50 metri è stata fermata in mare aperto per circa 15 giorni. Adesso i migranti sono in salvo ma la comandante è accusata di non aver rispettato la legge e la nave è sotto sequestro (non si può muovere è stata presa dalla polizia).
Un’altra nave, la Alan Kurdi, lunga 39 metri e larga 7 è impegnata nei soccorsi dei migranti tra Malta e le coste Libiche (della Libia) dove c’è la guerra.
Nel mar Mediterraneo è tornata, inoltre, la nave Open Arms, di un’organizzazione spagnola: i suoi soccorsi sono tra l’Italia e la Libia e tra la Grecia e la Turchia. Questa nave è lunga 37 metri e larga 10 metri.
Poi c’è una nave con la bandiera italiana, la nave Alex dell’associazione Mediterranea Saving Humans che presidia (sorveglia) le acque del mar Mediterraneo per salvare vite umane.

Stefania Fanucci 

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