Perché creare uno “spazio lavoro” a misura di bambino?

Anche se non è sempre facile riservare uno spazio da dedicare esclusivamente all’attività didattica del bambino, è importante trovare arredi e piccoli accorgimenti che permettano al bambino di usufruire di un luogo tutto suo all’interno della casa, che lo aiuti a concentrarsi e ad applicarsi. La soluzione ideale sarebbe applicare ai bambini quello che si preconizza per gli adulti: uno spazio per le attività che richiedono concentrazione, separato dal luogo di riposo. Purtroppo, nella realtà, il problema riscontrato dalla maggior parte delle famiglie è la mancanza di spazio. Come possiamo creare spazi separati quando spesso i bambini non possono usufruire ognuno di una propria camera?

Nel mondo del lavoro si vedono nascere di continuo nuove figure professionali, con nuove teorie per aiutare le imprese a creare condizioni materiali di lavoro più efficaci e più serene per i dipendenti. Questo perché i datori di lavoro hanno capito che lo spazio di lavoro influenza in modo significativo la qualità del lavoro.

Eppure ci chiediamo raramente quali sono le condizioni materiali del lavoro didattico del bambino e come possano ripercuotersi sui risultati.

Un bambino è un adulto in divenire e tutte le buone abitudini prese durante l’infanzia si trasformeranno in una seconda natura, aiutandolo a diventare un essere autonomo e organizzato quando raggiungerà l’età adulta.

Entrare in uno spazio riservato alla riflessione o al lavoro genera, senza che ce ne si renda conto, uno stato mentale favorevole alla concentrazione. E’ come se il nostro cervello si organizzasse per mobilitare tutte le proprie risorse con l’obiettivo di fare una riflessione intellettuale. Non siete convinti? Pensate allora a quanti adulti portano interi fascicoli da consultare a casa senza riuscire ad analizzarli, lamentandosi che non possono lavorare in queste condizioni!

Come l’artigiano prepara i suoi attrezzi prima di lavorare, il cervello del bambino a bisogno di preparare i suoi, che sono:

  • un pensiero chiaro
  • un pensiero protetto da sollecitazioni esterne (un letto e un fumetto che tendono le braccia ad un bambino di 9 anni sono nettamente più attraenti di una scrivania piena di quaderni e libri di scuola)
  • un pensiero organizzato
  • un pensiero recettivo
  • una memoria “attiva” che possa recuperare tutte le informazioni che saranno necessarie all’attività didattica del bambino (il cervello funziona un po’ come una biblioteca, archivia delle informazioni in diverse parti della memoria e necessita di un po’ di tempo per ritrovarle. Il passaggio in uno spazio riservato alla concentrazione lascia il tempo al cervello di riportare tutte le informazioni verso la memoria “attiva” del bambino).
  • un pensiero che si isoli dai parassiti (rumori, odori…) della vita famigliare. E’ più facile concentrarsi quando non si pensa alla la vita famigliare.

In una frase: uno spazio-lavoro riservato e specifico aiuta il bambino ad isolarsi dalle sollecitazioni esterne.

Presentiamo quindi quello che sarebbe preferibile fare in una situazione ideale, prima di proporre soluzioni concrete per migliorare e arredare uno spazio-lavoro a misura di bambino, tenendo conto della realtà e delle costrizioni delle famiglie.

>>> Lo spazio ideale