La vera storia di Zarafa

ZARAFA-storiaNel 1826 il console francese ad Alessandria, il piemontese Bernardo Drovetti, suggerì al pascià egiziano Muhammad Ali di inviare una giraffa attraverso il Mediterraneo. L’idea era del servitore nubiano di Drovetti, Hassan. Offrire in dono una giraffa a Carlo X avrebbe aggiunto prestigio al piccolo zoo reale allestito nel Jardin des Plantes, di recente inaugurato a Parigi. 

Il Sultano, alla ricerca di uno stratagemma per migliorare le relazioni con il governo francese, accolse perciò di buon grado il suggerimento. 

La giraffa Zarafa era un’orfana di due anni quando lasciò il deserto del Kurdufan, in Sudan. Fu caricata su una nave sarda diretta a Marsiglia in un’imbarcazione appositamente modificata per permettere all’animale in coperta di stendere il collo. Il suo arrivo nel porto francese ebbe un effetto sensazionale.

Dopo qualche mese di soggiorno nella residenza del Prefetto di Marsiglia, a primavera Zarafa proseguì il suo viaggio verso Parigi, questa volta via terra. Zarafa fu accolta da Geoffroy Saint-Hilaire, direttore del Museo Nazionale francese, di cui il Jardin des Plantes era un dipartimento, prima di essere presentata ufficialmente a Carlo X il 9 luglio del 1827 presso lo Château de Saint-Cloud. Il Re fu tra le ultime persone ad ammirare il suo regalo, infatti, nel corso del viaggio dalla Valle di Rhone (Lione), attraverso la Borgogna e verso la capitale, Zarafa richiamò ampie folle di spettatori. Tuttavia, il cerimoniale di palazzo prevedeva che la giraffa dovesse essere portata al re e non viceversa. Zarafa divenne così molto popolare in tutta la Francia, dove il pubblico fu preso da una vera e propria “ giraffomania”. Nella Francia all’inizio del XIX secolo, le giraffe erano virtualmente sconosciute e Zarafa divenne una leggenda: era la prima volta che le persone avevano l’opportunità di vedere l’animale dal vivo, prima dovevano accontentarsi di vecchie immagini approssimative. La moda durò oltre tre anni. 

Zarafa visse fino a 18 anni. Dopo la sua morte, fu imbalsamata ed è conservata ancora oggi al Museo di Storia Naturale di La Rochelle.